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Quando è possibile lavorare senza aprire la Partita IVA? Come si fa? Verifica se sei in regola con il Fisco e quando è necessario correre subito ai ripari…
Per le attività di lavoro autonomo svolte in maniera occasionale non è necessaria l’apertura della partita IVA ed è possibile stipulare un contratto di lavoro autonomo occasionale. Vediamo in dettaglio quando è possibile utilizza questa formula e quando invece è necessario aprire la partita IVA.
Chi è il lavoratore autonomo occasionale?
Il lavoratore autonomo occasionale è quel soggetto che svolge a favore di un committente un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio senza vincolo di subordinazione, al di fuori dal coordinamento del committente e senza inserimento nella sua organizzazione.
Elemento essenziale è rappresentato dalla natura occasionale della prestazione: tale caratteristica non rende necessaria l’apertura della partita IVA.
Esistono dei limiti alle prestazioni occasionali?
Affinchè si possa parlare di collaborazione occasionale, occorre rispettare due limiti:
- la collaborazione con uno stesso committente non può essere più lunga di trenta giorni in uno stesso anno solare, altrimenti diventa abituale e continuativa;
- la somma dei compensi percepiti da uno stesso committente non può essere superiore ai 5000 euro in uno stesso anno solare.
Nel caso in cui il reddito percepito nell’anno, derivante da attività occasionali anche da una pluralità di committenti, superi i 5.000 euro è obbligatoria l’iscrizione alla Gestione Separata dell’Inps ed al versamento dei relativi contributi. In questo caso, i contributi previdenziali devono essere versati sull’eccedenza rispetto ai 5.000 euro con le aliquote previdenziali in vigore al momento di superamento della soglia, previa iscrizione del lavoratore alla Gestione Separata presso l’Inps.
Cos’è la ricevuta per prestazione occasionale e cosa deve contenere?
A seguito della stipula di un contratto per prestazione occasionale non deve essere emessa la fattura in quanto il lavoratore occasionale non è sottoposto alla normativa IVA, tuttavia, occorre rilasciare apposita quietanza per gli importi percepiti. Tale quietanza, che prende il nome di ricevuta per prestazione occasionale, deve contenere:
- dati anagrafici del lavoratore occasionale (nome, cognome, data di nascita, codice fiscale);
- importo lordo del compenso;
- ritenuta d’acconto;
- importo netto percepito ovvero compenso lordo meno ritenuta);
- data, luogo e firma del lavoratore e del ricevente;
- la dicitura “Prestazione fuori campo IVA ai sensi dell’art. 5 del DPR 633/72”.
Quando occorre applicare una marca da bollo sulla ricevuta?
Se l’importo del compenso per prestazione occasionale supera i 77,47 Euro, dovrà essere apposta una marca da bollo da 2 Euro (soltanto nella ricevuta originale, che va al cliente; sulla copia del lavoratore sarà sufficiente indicare: “Imposta di bollo assolta sull’originale”).
Come va versata la ritenuta d’acconto?
La ritenuta d’acconto deve essere riversata dal committente mediante F24, con codice 1040, entro il 16 del mese successivo a quello in cui la ricevuta è stata saldata. Inoltre, il compenso va dichiarato nel modello 770 dal committente.
I compensi percepiti vanno dichiarati?
I compensi per lavoro autonomo occasionale devono essere dichiarati, nel Modello 730 o nel Modello Unico, tra i redditi diversi, così definiti: “redditi derivati da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o dalla assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere”.
Tutti possono emettere una ricevuta per prestazione occasionale?
I professionisti iscritti in appositi albi (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, etc.), secondo una circolare emessa dal Ministero dellʼEconomia e delle Finanze, devono obbligatoriamente aprire la partita IVA per ogni tipo di prestazione professionale, anche occasionale, quando trattasi di unʼattività per la quale è richiesta lʼiscrizione ad un albo (come ad esempio nel caso degli ingegneri civili non possono emettere una ricevuta occasionale per una progettazione anche se si tratta di una singola attività).
Quando invece occorre aprire la partita IVA?
Occorre aprire la partita IVA quando l’attività ha carattere professionale e viene svolta abitualmente, anche se non necessariamente in modo esclusivo o prevalente, ovvero presenta le seguenti caratteristiche:
- l’abitualità, ovvero, il porre in essere la propria attività con regolarità, stabilità e sistematicità;
- la professionalità, ovvero l’effettuazione costante di una serie di comportamenti il cui manifestarsi e ripetersi è interpretato dai terzi come segno dell’esercizio di un’attività.
Non è necessario che l’attività professionale sia l’occupazione principale del soggetto, è sufficiente che sia esercitata in modo abituale.
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