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Un lavoratore dipendente può avviare anche un’attività di lavoro autonomo con partita IVA? Deve versare i contributi INPS due volte? Ecco come evitare il licenziamento e diminuire il carico contributivo!
Un dipendente privato può aprire la partita IVA (ditta individuale, libero professionista o società), mantenendo in essere il proprio lavoro dipendente a patto che non vi sia concorrenza tra il lavoro svolto come dipendente e quello a partita IVA e sempre che il contratto non lo vieti espressamente. Se non vi è esplicito divieto non vi è alcun problema di coesistenza tra le due attività.
In generale non vige alcun obbligo di comunicazione al datore di lavoro, anche se è generalmente conveniente informare l’azienda per non incorrere in problematiche che potrebbero portare ad un licenziamento per giusta causa.
I dipendenti pubblici possono aprire la partita IVA?
Il dipendente pubblico deve svolgere il proprio lavoro in maniera esclusiva per la Amministrazione cui appartiene; tuttavia ci sono alcune eccezioni a questo principio (ad esempio i docenti possono esercitare la libera professione).
In alcuni casi il dipendente pubblico, può svolgere un incarico di tipo diverso e percepire quindi redditi da lavoro autonomo se autorizzato dalla propria Amministrazione a patto che:
- si tratta di un incarico temporaneo e occasionale e non interferisca con l’impiego presso la pubblica amministrazione
- non vi sia un conflitto di interessi con gli interessi della pubblica amministrazione
- l’attività sia svolta al di fuori dell’orario di servizio.
I contributi INPS devono essere versati due volte?
Per determinare se un lavoratore dipendente che avvia un’attività parallela di lavoro autonomo deve versare l’inps per entrambe le attività (quella di lavoratore dipendente e quella come autonomo) occorre distinguere se il nuovo business prevede l’iscrizione alla Gestione commercianti dell’INPS ovvero alla Gestione separata INPS. Infatti si possono verificare le due seguenti situazioni:
- lavoratore dipendente a tempo indeterminato full time (ovvero con un contratto part- time di almeno 26 ore lavorative settimanali) che avvia un’attività d’impresa, se l’attività prevalente è quella di lavoro dipendente sia in termini di tempo che in termini reddituali (reddito annuo come lavoratore dipendente maggiore del reddito derivante dall’attività commerciale), non si è tenuti all’iscrizione alla Gestione commercianti dell’INPS e quindinon è dovuto il versamento di ulteriori contributi;
- lavoratore dipendente che avvia un’attività da libero professionista, deve iscriversi alla Gestione separata INPS versando il contributo proporzionale del 18%.
Un lavoratore dipendente può accedere al regime forfetario?
Possono accedere al regime forfetario coloro che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e/o assimilati di importo inferiore a 30.000 euro.
Tale limite, introdotto, con decorrenza 1° gennaio 2016, dalla legge di stabilità del 2016, non opera se il rapporto di lavoro dipendente è cessato nel corso dell’anno precedente. Rileva, invece, nell’ipotesi in cui, nello stesso anno, il contribuente abbia cessato il rapporto di lavoro dipendente ma ne abbia intrapreso uno nuovo, ancora in essere al 31 dicembre.
Per ulteriori chiarimenti e/o per affidare a noi la risoluzione delle tue problematiche contributive, contattaci.
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