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Aprire partita IVA: guida per ditte e autonomi
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Aprire Partita IVA è il primo passo per avviare un’attività da lavoratore autonomo o come ditta individuale. Diversi gli aspetti da considerare per scegliere la prima o la seconda strada, soprattutto sul fronte fiscale e contributivo. Inoltre bisogna valutare costi e adempimenti, come l’iscrizione al Registro Imprese presso le Camere di Commercio, obbligatoria per le imprese individuali (artigiani o commercianti) ma non per gli autonomi.

Le Partite IVA intese come ditte individuali sono quelle di:

  • artigiani se viene svolta un’attività manuale o professionale in modo artigianale;
  • commercianti se l’attività viene svolta acquistando merci, poi rivendute (al dettaglio, online, etc.).

I professionisti con partita IVA che svolgono attività autonoma, quindi non soggetta a iscrizione camerale, possono invece essere iscritti in un Albo od Ordine Professionale, ma anche essere senza Ordine, come i consulenti.

Aspetti previdenziali

Le differenze a livello previdenziale tra imprenditori o autonomi riguardano, per i primi, l’iscrizione all’INPS nella Gestione Artigiani o Commercianti. Per i professionisti iscritti all’Ordine, invece, è obbligatoria l’iscrizione alla cassa previdenziale di riferimento, mentre quelli non iscritti devono versare i contributi alla Gestione Separata INPS.

Aspetti fiscali

Sul reddito del lavoratore autonomo si paga l’IRPEF con principio di cassa: per la tassazione e le deduzioni conta il momento in cui i ricavi si incassano e i conti si pagano. Per l’imprenditore individuale, l’IRPEF si calcola sul reddito annuale, differenza tra ricavi dell’impresa e costi di competenza, indipendentemente dal momento del pagamento, sia per le fatture che per i costi. Per entrambi, il modello per la dichiarazione dei redditi è l’ex UNICO, dal 2017 rinominato Modello Redditi.

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